Inserito 26-05-2011
Argomento: (News) by info@cifo.eu

dscn0170dscn0118Chiuso il sipario su Veronafil, è tempo di tracciare un bilancio … provvisorio come spesso accade. Vi era molta attesa per testare ancora una volta lo stato del mercato filatelico e l’evoluzione del collezionistico: Veronafil è il banco di prova più attendibile proprio perché si tratta dell’evento commerciale più importante in Italia.
di Giuseppe Di Bella
Premesso che si è confermata la contrazione del numero degli stand filatelici, già registrata nelle precedenti edizioni, l’affluenza generale di questa edizione è paragonabile a quello dello scorso novembre, ovvero sostanzialmente stabile dopo un calo che non si riesce a recuperare. In linea di massima si è evidenziato un leggero ridimensionamento dei prezzi di molti oggetti da collezione nel livello medio-basso, esito di una debole richiesta di base. La cartofilia ha registrato un discreto movimento ed un buon numero di presenze, specialmente venerdì e sabato mattina, ma con un ulteriore ripiegamento dei prezzi nel settore del regionalismo paesaggistico. Ancora in netta sofferenza gli altri temi come le militari e le pubblicitarie, dove si registra un ramento dei prezzi reali. Complessivamente il settore è comunque ben lontano dai fasti di qualche anno fa e l’incidenza del mercato informatico, concorre notevolmente a questo calo di affluenza e di prezzi. Si è inoltre confermata una bassa velocità di ricambio dei materiali, spesso convogliati nel mercato elettronico a scapito di quello tradizionale. Il settore numismatico ha mantenuto il trend degli ultimi mesi, invero non troppo entusiasmante, ma con buona richiesta di materiali pregiati e di alta qualità. Notevole la domanda congiunturale di monetazione in oro, con prezzi in ascesa. I commercianti numismatici infine erano in buona parte soddisfatti. Risultato complessivamente positivo per l’editoria che suscita sempre molto interesse e questo dato conferma che i collezionisti sono sempre attratti dall’aspetto culturale dei materiali documentali. Molto attraente lo stand UNIFICATO che poneva in bella mostra le ultime iniziative editoriali, tra le quali STORIE DI POSTA e la sua splendida veste grafica con un’immagine di copertina degna di questo nome. Molto visitato anche lo stand Vaccari con la sua vetrina di pregevoli pubblicazioni. Nel settore filatelia, si è notato un ulteriore lieve calo di affluenza. Notevolmente affievolito l’interesse per le così dette “novità” e presso lo stand di Poste Italiane e negli stand ufficiali degli Enti e Stati emittenti presenti, non si sono registrate le solite file. Detto questo … il mercato filatelico si è presentato ancora una volta complesso e frastagliato: avere un preciso quadro della situazione non è facile e i dati economici aggregati sono di difficile conoscibilità e quelli “ufficiali” di oscura ed avventurosa interpretazione. L’analisi dell’andamento commerciale del settore filatelico è dunque molto complessa, ma un dato è certo e visibile, ovvero la conferma della drastica diminuzione del piccolo collezionismo, ovvero della storica grande platea popolare di appassionati. Ridotti i ranghi dei “Peones”, falcidiati dalla crisi economica che si è abbattuta sulla classe media e dall’assenza di politiche di sviluppo, solo pezzi importanti di natura ormai “antiquariale” e di elevata qualità, trovano ancora adeguata collocazione sul mercato filatelico. Permane un notevole interesse per il settore italiano risorgimentale e per alcuni Paesi “riemergenti” (Russia, Cina, India). Un dato tanto evidente quanto estremamente significativo, è l’età media dei collezionisti, che continua drammaticamente a crescere (per i singoli è la miglior notizia possibile!) e si conferma dunque che per quanto attiene alla filatelia, e non solo, vi è il concreto rischio che se non interverranno presto fattori nuovi, il nucleo degli appassionati si ridurrà sotto la soglia critica.Alla fine della manifestazione, alcuni commercianti si sono dichiarati sostanzialmente soddisfatti, altri hanno lamentato un ulteriore calo, specialmente nel settore contemporaneo. Va evidenziato comunque che da qualche anno, alcune importanti Ditte sono presenti a Verona solo per distribuire il proprio catalogo di vendita, e non portano neanche materiale collezionistico per la vendita, rimandando tutto o alla successiva asta programmata o alla vendita via Internet. Tante le riunioni “a margine”, più o meno formali, tra diversi gruppi di collezionisti, membri di Associazioni, Periti filatelici e Commercianti: molti gli argomenti affrontati, pochi i risultati concreti, molte contrapposizioni. Voci critiche si levano da più parti in merito alla conduzione della filatelia in generale ed ai possibili rimedi, ma al momento di concretizzare le idee in qualche iniziativa, svanisce ogni buona volontà e anzi si percepisce una certa diffidenza, se non avversione, verso chi come il Club della Filatelia d’oro italiana, comunque cerca di fare qualche cosa di concreto ripartendo dall’aspetto culturale della filatelia per salvaguardarne sostanzialmente quello commerciale, oltre gli umani quanto miopi egoismi. Molto discussa anche la politica delle emissioni di Poste italiane, seppure apparentemente continui a procurare notevoli utili all’Azienda, che non appare indirizzata a sostenere ed incentivare un collezionismo filatelico-culturale e non consumistico. La “Posta” sembra lontana dalle esigenze del collezionismo culturalmente evoluto che non si ferma a speculativi gadget. Il francobollo, ne siamo convinti, ha ancora grandi potenzialità promozionali che la sua lunga e gloriosa storia gli conferisce ed è il momento di riscoprirle con un progetto di più ampio respiro. Si conferma sostanzialmente una gestione “alla giornata” e frammentaria di questo importante fenomeno culturale ed economico, purtroppo non più “di massa”, e si ha l’impressione che la maggior parte degli attori del mercato filatelico italiano, restino arroccati nelle loro egoistiche posizioni.Tutti sperano in una ripresa del mercato, ma non tutti sembrano altrettanto pronti a superare i personali egoismi ed “investire” nel futuro della filatelia, rinunciando a qualche rendita di posizione nel presente. E torna alla mente la favola della gallina dalle uova d’oro, che rischia di finire in brodo.Diffuse perplessità e preoccupazioni sono determinate in molti operatori, e soprattutto nei collezionisti, dalla incomprensibile politica dei prezzi di catalogo che, come evidenziato con forza dal Club della filatelia d’oro italiana, continuano a riportare prezzi molto lontani da quelli reali di mercato. L’appello del Club è rimasto inascoltato, almeno per quanto riguarda gli editori, ed i collezionisti rimangono disorientati e su posizioni d’attesa: questo non giova certo al rilancio del mercato. Altro tema fortemente sentito è quello dell’attività dei periti. Nel merito è intervenuta recentemente l’Associazione Italiana Filatelisti Professionisti, ma sembra che questo “chiarimento” sul fatto che i commercianti “garantiscono” quanto venduto, non abbia risolto il problema né trovato positivo riscontro presso i collezionisti, molto scettici sulla realizzazione pratica di tante buone intenzioni. L’Associazione dei Commercianti è intervenuta a fronte di una complessa quanto confusa situazione determinatasi nel settore Periti e perizie filateliche, dovuta al proliferare di nuovi periti, la cui competenza tecnica è tutta da verificare. Infatti la mancanza di una legislazione adeguata per l’accesso a questa professione e per la verifica delle necessarie conoscenze tecniche, nonché di regole generali riconosciute da tutti gli operatori del settore, hanno determinato una situazione di ulteriore incertezza che complica ancor di più la già difficile situazione del collezionismo filatelico e quindi del relativo mercato. Anche in questo caso, non possiamo fare a meno di ricordare il Parere e relativo Invito espresso di recente dal Club della filatelia d’oro italiana, cui questo giornale ha dato ampio risalto, con il quale si invitavano tutte le componenti interessate a razionalizzare e regolamentare detta importante attività. I collezionisti sono in parte confusi e disorientati e taluni fatti non aiutano a rasserenare gli animi. Si aggiravano tra gli stand di Veronafil alcuni piccoli collezionisti intenzionati a vendere la propria collezione di Regno o di Repubblica. In otto casi su dieci i commercianti si sono dichiarati non interessati all’acquisto e quelli che hanno avanzato un’offerta, non sono andati oltre il 15% del prezzo di catalogo, circostanza che conferma l’inattendibilità di tale prezzo.Tutti comprendiamo che occorre ridare credibilità al francobollo a partire dalle nuove emissioni, che è necessario fare chiarezza sui prezzi di catalogo e ridurre la forbice dei prezzi tra domanda ed offerta, riordinare il settore Periti e perizie, nella coscienza che se ognuno non farà la sua parte, il mercato continuerà a stagnare e purtroppo a perdere interesse e “credibilità” commerciale. La filatelia come fenomeno “diffuso”, è al punto critico e sembra giunto il momento che tutti gli operatori del settore, per il tramite delle Associazioni rappresentative, collezionisti compresi, si siedano attorno ad un tavolo per discutere sul futuro della filatelia, anzi per dare un futuro alla filatelia.Lo strumento adeguato potrebbe essere un Congresso nazionale, nel corso del quale assumere quei provvedimenti e quelle linee di indirizzo utili a regolamentare e razionalizzare i diversi settori ed eliminare i particolarismi che tanti danni hanno prodotto, ma molto spesso in questo ambiente, non si riesce neanche ad identificare bene tutti gli interlocutori. E’ lecito quanto doveroso, chiedersi cosa potrà rilanciare il collezionismo filatelico, e quindi il mercato, se le sue componenti non si riconoscono neanche e dunque non interagiscono, rendendo impossibile profilare un programma di sviluppo e porre in essere adeguate iniziative. Ma il futuro esiste solo se viene costruito nel presente.
Nelle immagini in alto, per gentile concessione di Vaccari News, alcuni scorci della manifestazione

Invia un tuo commento

You must be logged in to post a comment.