Inserito 01-05-2011
Argomento: (News) by info@cifo.eu

teamdi41 Dopo poco più di due anni, dall’ultima nostra visita alla Sede Centrale di Piazza di Verdi a Roma (vedasi articolo su “Il Francobollo Incatenato” N° 180 Dicembre 2008) la nostra associazione ha avuto una nuova opportunità per una visita guidata alla produzione francobolli dell’Officina Carta e Valori dell’IPZS per la quale ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione e che non possiamo nominare per la privacy. Presenti oltre al Presidente dr. Claudio Ernesto Manzati ed al neo eletto consigliere il Prof. Nicola Luciano Cipriani, anche il Dr. Marcello Manelli, Presidente dell’AIFS l’Associazione Italiana di Filatelia Specializzata ed il Prof. Giuseppe Ceccarelli, filatelista specializzato, famoso per la scoperta del 100 lire Castelli nella varietà filigrana stelle 2 (immagine a sinistra). In assenza del Direttore, Ing. Giuseppe Ghisa impegnato in altra sede per ragioni di servizio, sono stati Mauro Cottini, Assistente alla Produzione e Giuseppe Macciocchi Responsabile dell’Area Francobolli ad accompagnarci nella visita guidata, durata oltre due ore, che è iniziata dal Centro d’Arte Filatelico che è stato definitivamente spostato dalla sede centrale al salario lo scorso mese di dicembre. Come di consueto è stato Luca Vangelli, a guidarci nel Centro d’Arte dove le incisioni a bulino su metallo dolce sono state totalmente soppiantate dalla tecnica computerizzata. Grande anche il progresso tecnologico nella fase successiva alla scelta del bozzetto definitivo da parte della giunta d’arte; in genere ne vengono proposti da 3 a 6. Adattando un programma “Illustrator”, gli artisti riescono oggi ad eseguire tramite computer i tratteggi con la finezza e la profondità necessarie per realizzare un’immagine riproducibile in rotocalcografia, nell’immagine qui in basso, Cristina Bruscaglia che stava completando il bozzetto per il foglietto sulla marina, mentre in una stanza accanto erano all’opera Antonio Ciaburro ed Antonio Saliola. chie Questa tecnica avviata sperimentalmente da pochi mesi proprio durante la nostra prima visita dell’ottobre del 2008 e stata consolidata a tal punto da essere la sola attualmente applicata nella produzione dei francobolli. Il sistema computerizzato per la calcografia ha prodotto una grande rivoluzione eliminando tutta la fase meccanica di trasferimento dell’immagine incisa a bulino dalla lastrina di acciaio dolce alla moletta, e da questa per cento volte sui cilindri di stampa, se si tratta francobolli di piccolo formato (es. Donne nell’Arte). Tale operazione richiedeva circa un mese di lavoro di più persone, oggi si realizza in meno di un’ora tramite un programma speciale che trasferisce l’immagine del bozzetto digitalizzata ad una macchina chiamata Helioklischografo (immagine a fondo pagina) il quale tramite una punta diamantata incide i cilindri di rame, nel numero di quattro per i colori base: Nero, Giallo, Ciano e Magenta più un quinto se presente sul francobollo anche la vernice interferenziale, ed un sesto colore a pantone (i colori pantone sono un sistema di colori codificati già miscelati che si distinguono dai sistemi GRB o CMYK che sono invece sistemi di colori base), se l’immagine lo richiede. Questa macchina completamente automatica, permette di controllare durante la fase di lavorazione la qualità dell’immagine che si crea sul cilindro di rame, tante volte quanti sono i francobolli presenti nel foglio; a questo punto le piccole variazione d’immagini dei francobolli, croce e delizia dei collezionisti, sin dalla nascita dei francobolli, tanto da permettere il plattaggio del foglio, non sarà più possibile in quanto le immagini riprodotte nel foglio sono “praticamente” cloni dell’immagine digitalizzata iniziale. Qui di seguito le immagini che vengono proposte dal monitor dell’ Helioklischografo per il controllo “In Process” dell’incisione prodotta picchiettando, nel caso di un francobollo Rotocalco mentre graffiando, con tratti lunghi ma non continui e regolando la profondità, nel caso di uno Calcografico (immagine qui di seguito in basso). Anche la produzione dei cilindri di stampa, che sono di tre dimensioni: 330 e 480 cm di circonferenza per il Rotocalco e 990 per la Calcografia, ha subito un notevole miglioramento tecnologico, ora tutta la fase di trattamento elettrogalvanico è realizzata tramite un sistema totalmente automatizzato, il trasferimento dei cilindri nei differenti bagni chimici per l’elettrodeposizione avviene tramite un sistema robotizzato che ha eliminato totalmente l’intervento umano, anche per evitare il contatto diretto con acidi e sostanze chimiche pericolose. I cilindri rettificati e preparati con l’elettrodeposizione del rame vengono trasferiti nei pressi dell’area dove sono disponibili due Helioklischografi che possono lavorare contemporaneamente; ogni ora ca. producono un cilindro di stampa che deve essere successivamente cromato per conferirgli la necessaria durezza con l’elettrodeposizione galvanica e sempre tramite il sistema automatico precedentemente descritto. Per procedere alla stampa di un francobollo, come indicato servono da 4 a 6 cilindri a seconda del numero dei colori impiegati nella realizzazione del francobollo. I cilindri vengono poi montati sulle macchine da stampa, uno per ogni stazione di colore. La linea, lunga una trentina di metri, è divisa in due aree: una di inchiostrazione e di asciugatura, la seconda di fustellatura/dentellatura, controllo automatico e impilatura. Sono solo due le linee di stampa, prodotte dalla Goebel e disponibili al Poligrafico (immagine qui in basso tratta dal sito Salerno News) goebelbrm500; la prima dedicata prevalentemente al Rotocalco, durante la nostra visita questa macchina stava producendo la seconda tiratura di 12,6 milioni del francobollo celebrativo del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. Si ricorda che la prima tiratura emessa il 7 gennaio u.s. fu di 4,2 milioni di francobolli e dovrebbe presentare il verde delle bandiere leggermente più cupo rispetto a questa seconda tiratura. La seconda linea di stampa è prevalentemente dedicata alla calcografia, non era funzionante ma abbiamo avuto la possibilità di vedere montati i cilindri di stampa del 60 centesimi della serie “Posta Italiana”. A questo proposito dobbiamo rivelarvi alcuni interessanti dettagli a riguardo di questo francobollo per il quale, come sapete, sono state ipotizzate due o tre tirature (vedasi articolo di Luciano Cipriani pag. 7-12 su “Il Francobollo Incatenato” N° 201 Novembre 2010). Di queste, la seconda è quella con la famosa varietà “Busta in volo d’Oro”, ebbene le ristampe sono state centinaia: nel solo 2009 (anno di emissione) sono stati prodotti complessivamente 450 milioni d’esemplari; 400 milioni nel 2010 ed ancora oggi le rotative stampano questo valore per alcuni giorni ogni mese. Ma allora cosa è accaduto con la produzione della primavera del 2010 che ha generato questa vistosa varietà per alcuni mesi? Dobbiamo innanzitutto rivelarvi che dall’ottobre del 2008, data della nostra prima visita all’IPZS di Piazza Verdi a Roma, come associazione inviamo ogni mese una copia de ” Il Francobollo Incatenato” ma anche tutte le nostre Flash News, ad alcuni funzionari dell’IPZS e proprio sulla base della nostra segnalazione, fu avviata una investigazione interna. L’indagine ha messo in evidenza che il tradizionale fornitore dei colori pronti all’uso, per un certo periodo ha avuto problemi di fornitura e, per non sospendere la produzione di questo francobollo, il colore dorato venne preparato all’interno dell’IPZS col risultato che per alcuni mesi è stata prodotta questa tonalità dorata nel francobollo da 60 centesimi della serie di “Posta Italiana”. Ma se ora è stata spiegata la ragione della busta “d’Oro” quali le ragioni della terza tiratura? Anche qui grazie alla nostra visita al “ Salario” la è questione stata risolta, in quanto, i cilindri di stampa, con l’uso prolungato, tendono a consumarsi perdendo parte della cromatura, quando si inizia a vedere una decadimento nell’immagine prodotta, i cilindri vengono scromati e ri-cromati una seconda volta, attraverso il solito bagno galvanico; rimontati sulla Goebel possono così produrre ancora milioni di francobolli ma ad un’ulteriore deterioramento debbono essere totalmente rifatti ex-novo attraverso un nuovo processo di trasferimento dell’immagine digitalizzata e il trattamento attraverso Helioklischografo (immagine qui in basso a sinistra tratta dal Hell Gravure System GMBH di Kiel – Germany) helyoklischografok50. Si tratta quindi di una nuova serie di cilindri di stampa che possono produrre una qualità dell’immagine riprodotta sui francobolli lievemente differente. Queste variazioni si producono esclusivamente sui francobolli tirati in grandi quantità (centinaia di milioni di esemplari) e quindi ancora una volta sono caratteristiche prevalenti dei “Francobolli Ordinari”. Da notare che il francobollo celebrativo del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia ha caratteristiche di francobollo ordinario come quello emesso il 29 aprile per la beatificazione di Papa Paolo Giovanni II che è stato tirato in 20 milioni di esemplari. Una nota di carattere produttivo, la Goebel, nel formato del foglio da 30x33cm impiegato nella stampa del francobollo celebrativo del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, produce 35-38.000 fogli da 70 francobolli per turno e l’IPZS lavora quasi esclusivamente su tre turni.

I controlli e lo scarto automatico
Una fase importante della produzione dei francobolli è quella relativa ai sistemi di controllo in fase di stampa; dobbiamo evidenziare che queste linee di stampa dispongono di sistemi di auto-centratura ed allineamento automatico dei colori, la linea è dotata di numerosi sensori e telecamere automatiche di controllo che mandano in scarto automatico i fogli che presentano dei fuori registro. Davanti a noi è stato fatto un piccolo segno sulla bobina in fase di stampa, evidenziata l’area non conforme dalla telecamera, dopo il taglio del foglio e prima dell’impilamento è stato trasferito automaticamente fuori linea su un elevatore che lo ha trasferito ad un trituratore. Questa parte della macchina non è accessibile al personale essendo totalmente carterata come anche il trituratore che è posizionato all’interno di un’area separata ed accessibile solo dal responsabile di reparto. Dopo aver avuto rassicurazione sul sistema di scarto e tranciatura automatica da parte dell’Ing. Ghisa nella nostra prima visita all’IPZS abbiamo toccato con mano quanto ci aveva raccontato, resta da parte nostra la convinzione che il lato debole della catena di controllo sia la fase di avvio della stampa; l’arrivo delle varietà sul mercato potrebbe avvenire attraverso il ciclo della raccolta e smaltimento degli scarti della stampa anche se ci è stato confermato durante la visita, che il personale delle imprese di pulizia usa sacchi trasparenti per la raccolta dei rifiuti e opera esclusivamente in presenza di personale e responsabili dell’IPZS. Varietà vistose di stampa e scarti ritrovati sul mercato che puntualmente segnaliamo nel nostro notiziario e tramite il CIFO Informa sono comunque un segnale evidente che il sistema di controllo presenta ancora aree di miglioramento.

GT one O ovvero Computer to Intaglio Plate
Prima di lasciare gli amici che ci hanno accompagnato nella visita abbiamo avuto la possibilità di visitare un’area dove è stata installata una nuova macchina che è in pratica un simulatore di incisione a bulino con una precisione al 99% ed una risoluzione da 10.000 dpi. Lo strumento impiegato prevalentemente per la produzione di banconote, ma impiegabile anche per la produzione di francobolli calcografici, permette il trasferimento di un’immagine digitalizzata su una matrice plastica attraverso un raggio laser che opera come la punta diamantata dell’Helioklischografo ma con una risoluzione e precisione maggiore. La lastra cosi prodotta subisce prima dell’impiego un trattamento galvanico a base d’argento. Abbiamo avuto la sensazione che l’enfasi con cui ci è stata presentata e descritta questa nuova strumentazione sia il preludio di un suo prossimo uso per la produzione dei francobolli; non ci meraviglieremmo se in occasione di una nostra futura terza visita all’IPZS di vedere questo nuovo gioiello della tecnologia ampiamente impiegato anche nella produzione di francobolli.

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Commenti

Commento inviato il 1 Maggio, 2011 alle 11:35

Davvero molto interessante. Grazie.


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