Il resoconto di Giorgio Migliavacca, su quanto accaduto alle isole vergini da dove risiede da molti anni e da dove è stato testimone in diretta della furia della natura.
Nelle prime ore della e nella tarda mattinata di Mercoledì 6 settembre 2017, l’uragano Irma ha iniziato il suo disgraziato assedio alle Isole Vergini britanniche con piogge torrenziali e venti di 100-120 Km all’ora, oltre a raffiche di oltre 135 Km all’ora. Dopo quattro ore di spietata battaglia il sole risplendé di nuovo su Tortola per circa trenta minuti, questo confermava che le isole erano nell’occhio della tempesta.
Dopo le 13.00 del pomeriggio l’uragano riprende da una direzione diversa, come previsto, e completò il suo disgustoso lavoro; non ci sono numeri ufficiali, ma molti isolani affermano che almeno 16 persone sono morte e insistono sul fatto che il numero effettivo dei decessi sia più elevato. C’è anche un notevole numero di persone ferite sia lievi che in modo più severo, per alcuni sarà necessaria un amputazione degli arti.
Un coprifuoco di 12 ore è in vigore dalle 18.00 alle 6.00 per controllare il pericolo di saccheggio di negozi e supermercati ed il furto di proprietà private; gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno inviato forze armate per presidiare durante le ore di coprifuoco. Tutte le isole più grandi (Tortola, Virgin Gorda, Jost Van Dyke e Anegada sono prive di elettricità, acqua e telefono da 7 giorni, la maggior parte dei pali elettrici sono caduti o non sono ancora stati riparati, tutte le stazioni radio locali non funzionano e le principali si dice che siano statedanneggiate, centinaia o migliaia di persone cono senza casa o senza tetto: gli edifici pubblici e privati hanno subito gravi danni e uno dei traghetti è stato catapultato dai venti dal molo di strada.
I veicoli sono danneggiati e non è facile trovare benzina e diesel, l’aeroporto è chiuso o utilizzato solo per le emergenze, la maggior parte inquietante è l’informazione che circola su Tortola sui tetti della prigione Balsam Ghut che sono stati spazzati via risultante nella presunta evacuazione di massa o presunta fuga dei detenuti, l’ospedale Peebles è oltre la propria capacità ed i piani superiori sono utilizzati come rifugio per i senzatetto. L’ospedale di Helipad of Peebles vede traffico pesante soprattutto con gli Stati Uniti ed elicotteri britannici. Mentre il recupero è iniziato, lo stato di emergenza rimane e c’è consenso generale che saranno necessari mesi prima che la situazione inizi a ritornare ad una certa normalità. Giorgio Migliavacca dalle Isole Vergini- 12 settembre 2017
Nelle immagini in alto, un convertiplano Bell Boeing V-22 Osprey, in forza ai Marines USA (*) che atterra nei pressi dell’Ospedale, il Ferryboat sbattuto sul molo, ed i danni subiti dalle case.
(*) descrizione tecnica di Michele Caso dell’elicottero indicato in precedenza
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