Avendo trasmesso ormai da lunga data ogni incarico operativo nell’ambito delle Società del Gruppo Bolaffi al mio primogenito Giulio Filippo, ricevo soltanto più in veste di comune lettore “Il Collezionista”. Con qualche giorno di ritardo, desidero esternarvi la sorpresa che ho provato nel prendere visione della copertina del numero di giugno-agosto della sopra accennata Testata.
Una scelta dipendente dal fatto che proprio stamane ho incontrato nel cortile della nostra Sede di Torino il Perito Giorgio Colla, nonché il Commerciante Roberto Toselli. Chiacchierando con loro ho palesato infatti il mio pensiero su un episodio che forse, anche fra i destinatari della presente, potrà suscitare un qualche interrogativo.
Bene premettere che ormai sono passati tanti anni da quando, in modo quasi ininterrotto, scendevo in campo per manifestare lo sdegno che provavo e che provo tuttora nei confronti del miope e inetto sfruttamento della filatelia da parte degli Stati emittenti.
Il fatto che dopo questa lunga pausa vi intrattenga ora su un analogo tema, è da ascriversi all’emissione del 14 giugno dedicata a Salvatore Quasimodo, la cui uscita, almeno per quanto mi riguarda, rappresenta un episodio certamente non trascurabile.
Infatti:
1. Bene sottolineare che l’emissione oggetto di questo mio accenno non costituisce certamente una novità, visto che già messa in atto da altre amministrazioni postali.
2. Sino a quando sono stato direttore de “Il Collezionista”, non mi sono mai soffermato in modo circostanziato sul diffondersi di questo genere di etichette postali. Un non impegno che dipendeva dal fatto che da decenni ero già fin troppo concentrato a esternare le mie critiche e il mio sdegno nei confronti della politica filatelica praticata dalle amministrazioni postali, senza scendere troppo nello specifico.
3. Arrivando al focus, il mio scrivere si limita solo a segnalarvi che, a mio avviso naturalmente, la sopracitata emissione non dev’essere considerata in veste di francobollo.
4.Infatti, il suo anomalo apparire in termini filatelici, dal momento che privo di valore facciale, conduce questa contromarca postale esclusivamente nell’ambito dell’erinnofilia. (Eventuali sporadici casi di analoga foggia, inseriti nei mercuriali, devono essere generalmente attribuiti a emissioni dei primordi o ascrivibili a ragioni di emergenza postale).
5. A sostegno delle mie ipotesi, ritengo sufficiente citare, fra i tanti altri casi, la pala di sinistra dei “Trittici di Balbo”, che opportunamente non viene nomenclata, in veste di francobollo, nel Catalogo Bolaffi.
6. Ciò segnalato, comunque per quanto mi compete, nell’ambito della mia attività peritale, non designerò mai questa etichetta in veste di francobollo.
7. Sempre a titolo personale, questa emissione mi riconduce fra l’altro a quanto scrissi nel 1981 nel volumetto “La Filatelia verso il 2000”. Un capitolo s’intitolava “E se il francobollo non esistesse più”. A questo interrogativo, rispondevo positivamente. Infatti ipotizzavo che l’eventuale interruzione delle tantissime nuove emissioni, quasi tutte insulse e soprattutto prive di DNA collezionistico, venisse a cessare. Ciò avrebbe ricreato, sempre a mio avviso, anche se in modo imprevisto, per ragioni storico-cronachistiche, un rinnovato interesse per tutti i francobolli emessi. Questo auspicio, pur se in modo involontario, forse ha incominciato ad avverarsi anche se solo per giustificate ragioni tecnico-postali. Quindi, almeno dal mio punto di vista, speriamo che i “Quasimodo” proliferino sempre di più, onde finalmente far dimagrire le inutili pagine che ogni anno con le “novità” rimpinguano i cataloghi, rendendo la loro consultazione quanto mai inappetente per i collezionisti.
8. A questo punto ovviamente ognuno è libero di interpretare come meglio crederà questo mio imprevisto ritorno alla penna e calamaio filatelico, dal momento che, ricordiamocelo sempre, collezionismo significa “libertà di collezionare”.
Un cordiale saluto a tutti, Alberto Bolaffi
Abbiamo provveduto a inviare questa mail a:
Periti italiani, Associazione Nazionale Professionisti Filatelici, Case d’asta filateliche italiane, Associazioni di studio filatelico e storia postale, Riviste filateliche, Giornalisti USFI
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