foto-ucIntevista di Umberto Cavallaro a Walter Cunningham- Roma Giugno 2009
Il budget NASA proposto da Obama cancella definitivamente dal programa spaziale il progetto Constellation per il ritorno alla Luna, e lascia campo libero all’iniziativa privata per lo sfruttamento commerciale dell’orbita bassa. Sulla clamorosa decisione abbiamo sentito il parere di Walter Cunningham, astronauta dell’Apollo 7 già intervistato sul numero scorso.

 Forse ci siamo illusi troppo presto quando, nell’agosto 2008, abbiamo sentito il candidato Obama promettere senza reticenze, ad una platea del Brevard Community College (presso Cape Kennedy): “Abbiamo bisogno di un ambizioso progetto spaziale … Noi non cederemo la nostra leadership… Dovrà essere l’America a guidare il mondo nell’esplorazione della Luna, di Marte, e dello Spazio…”
A quanto pare, senza dar seguito alle risultanze della Commissione Augustine, Obama da Presidente ha cambiato parere ed ha cancellato i fondi per le missioni umane sulla Luna. Walt, tu cosa ne pensi?

Quanto proposto da Obama non è ancora una campana a morto per la NASA, ma certo contribuisce fortemente a sospingere l’America nella spirale della mediocrità nell’esplorazione spaziale. Ora sta ai manager della NASA reagire adeguatamente a quanto l’amministrazione sta facendo per metterli definitivamente da parte. Di certo questa proposta non rappresenta né un “coraggioso nuovo corso per il volo umano nello spazio” né un “radicale rinvigorimento della NASA”, come enfaticamente dichiarato. È piuttosto vero il contrario e non ho dubbi che la gente alla NASA lo capisca per quello che vale: pone le premesse per il perseguimento della mediocrità. Impone grandi cambiamenti che lasciano poca speranza per il futuro.
Del resto, durante la sua campagna elettorale, aveva persino proposto di utilizzare i 18 miliardi dollari del bilancio della NASA, come un salvadanaio per finanziare l’istruzione. Con questa proposta di bilancio, sta compiendo il primo passo in quella direzione.
L’unica cosa in cui può sperare oggi è che il Congresso riesca ad opporsi. Ma è difficile essere ottimisti.


 Non è singolare che Obama voglia ridurre I finanziamenti alla NASA per aumentare quelli dell’istruzione? La NASA fornisce ai giovani studenti grandi opportunità. Molti dei progressi tecnologici di cui oggi godiamo sono dovuti proprio alla NASA e ai suoi progetti spaziali. Tagliando i fondi della NASA, Obama finirà per tagliare le speranze e i sogni delle giovani generazioni. Cosa ne pensi?

È proprio così. Gli investimenti che abbiamo fatto nella NASA negli anni Sessanta stanno ancora producendo i loro frutti in termini di applicazioni tecnologiche e di nuove iniziative industriali. Forse il grande pubblico non è pienamente consapevole del ruolo che la NASA ha giocato negli ultimi 50 anni come volano della nostra economia e dimentica che gran parte della tecnologia che oggi diamo per scontata ha avuto origine o è stata migliorata nel programma spaziale. Sarebbe riduttivo vedere il bilancio annuo nella NASA come una spesa. Si tratta di un investimento, e con un grande ritorno economico!

 Allora sarebbe un po’ come uccidere la gallina dalle uova d’oro. Ma non c’è una qualche responsabilità della NASA in tutto questo?

Il programma Constellation è finito “fuori budget e in ritardo” per l’endemica carenza di bilancio.
Si può discutere se Constellation fosse la soluzione migliore per realizzare il progetto “Luna, Marte e oltre ” voluto da Bush, ma era certamente molto meglio del vuoto di fronte a cui ci troviamo ora, e senza alcuna valida alternativa in vista.
Dopo aver speso 11 miliardi dollari per lo sviluppo e completamento del lanciatore Ares 1 e della capsula spaziale Orion, li facciamo fuori, senza prospettive. Via! E con loro, la maggior parte del programma spaziale umano della NASA. Nella continua lotta per la leadership nel campo della scienza, della tecnologia e della esplorazione, dove l’America, finora, ha sempre avuto la superiorità nello spazio, ci arrendiamo e alziamo la bandiera bianca.
Certamente andranno persi posti di lavoro e l’economia locale ne soffrirà. E questo produrrà danni facilmente misurabili. Ma molto più devastanti saranno le perdite immateriali del lungo periodo, quelle su cui non siamo in grado di appiccicare un cartellino del prezzo.
Più deleterio ancora, da un punto di vista strategico, sarà il gap che verrà a crearsi, il periodo durante il quale gli americani dovranno dipendere dalla Russia per inviare i loro astronauti sulla loro stessa stazione spaziale. Con la cancellazione di Constellation, il divario anziché diminuire aumenterà. Almeno fino al 2016 o 2017 gli astronauti americani non potranno viaggiare nello spazio su veicoli spaziali sviluppati e costruiti in America. Con il programma COTS (Commercial Orbital Transportation Services) auspicato da Obama, stiamo inoltre mettendo il nostro destino nelle mani di società commerciali. Qualcuno si illude che l’iniziativa privata saprà riconquistare la nostra grandezza perduta, progettando nuove capsule e nuovi razzi o adattando missili militari per ospitare un equipaggio umano; e soprattutto spera che lo farà in modo più veloce e più economico di quanto sappia fare la NASA. Più economico, forse; ma non aspettiamoci che sappiano farlo in modo più veloce. Quelle private sono aziende che non hanno mai costruito un razzo per voli umani e non hanno la più pallida idea di tutti i problemi che si devono affrontare per rendere utilizzabile dall’uomo un lanciatore e una capsula spaziale completamente nuovi. Insomma, anche nella migliore delle ipotesi, nessuno, prima 2017, volerà verso la ISS su veicoli sviluppati da imprese private.

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 E allora, secondo te, a chi giova la decisione di Obama?

A tutti quelli che si sono opposti al programma Constellation e hanno un qualche interesse a sostenere un piano alternativo, a coloro che hanno sempre avversato l’esplorazione dello spazio con equipaggi umani e sono a favore dell’esplorazione con sonde automatiche,… e, naturalmente, coloro che trarranno vantaggio dal programma COTS.
Nessuna di queste nuove “visioni” è condivisa da quelli di noi che hanno conosciuto la NASA dei tempi migliori. Fin dalla sua nascita, una delle forze motivanti della NASA è stata la fierezza di essere il meglio, di rappresentare la leadership americana nel volo spaziale umano, e di mantenere la preminenza nello spazio che deriva da questo modo di porsi. Questo atteggiamento sembra essere estraneo a un presidente che crede che il predominio americano vada evitato a qualsiasi costo.
In effetti l’America rischia di perdere molto più che la sola supremazia nello spazio: i suoi concorrenti ideologici ed economici hanno ben capito il ritorno di immagine che si ricava investendo nello spazio, con positivi impatti a livello psicologico, politico, scientifico ed economico.


Chi è Umberto Cavallaro: Umberto Cavallaro, socio del CIFO da lunga data, ha seguito le orme di Giovanni Riggi di Numana sull’Astrofilatelia, è presidente fondatore dell’AS.IT.AF (Associazione Italiana di Astrofilatelia) avvenuta nel 2008, è redattore di AD*ASTRA, il notiziario trimestrale di Astrofilatelia. La sua attività professionale l’ha portato a lavorare per molti anni in ambito Agenzia Spaziale Europea. È autore di numerosi articoli pubblicati sia in Europa che negli Stati Uniti e della traduzione del libro “I Ragazzi della Luna”
Qui sopra la copertina del libro di Walter Cunninghan uscito in Italia lo scorso anno

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