Chi mi ha ceduto il pezzo che vi presento qui a lato è un caro amico di Napoli, che di tanto in tanto mi invia interessanti documenti postali, ma questo a suo dire è più che mai insolito! Negli oltre 30 anni di ricerca nei vari archivi di Napoli, questo è il suo secondo intero ritrovato con questo uso. Una Cartolina Postale Raccomandata “CONTRASSEGNO”, quale oggetto postale meglio si poteva adattare, dovendo fare un articolo sugli usi desueti degli interi postali? Dal testo si evince che vi era spillato un assegno da lire 1.100, che normamente venivano adoperati in quell’epoca 29 Dicembre del 1957 esclusivamente per plichi manoscritti o lettere con assegno e quasi mai erano impiegati “mezzi aperti” come questo. Se e’ vero che l’assegno era certamente non trasferibile è altrettanto vero che non fa di norma piacere riceverne uno spillato ad una cartolina dalle mani del postino “curioso”. Per dovere di cronaca “Storico Postale” La tariffa dal 1 ottobre 1957 era: 20 lire la cartolina postale, 60 lire per la Raccomandata aperta e 100 lire per l’assegno, per un totale di 180 lire, assolto con la cartolina postale con impronta Siracusana da 20 lire ed una coppiola aggiunta del valore da 80 lire sempre della serie della Siracusana. La considerazione da fare su questo pezzo e che il “Risparmio” di tale invio, rispetto ad una lettera con assegno era di sole 5 lire; ma allora le lire avevano ancora un valore. di Claudio Ernesto Manzati
L’ESPERTO SULL’USO POSTALE DEGLI INTERI RISPONDE
Gli interi in contrassegno non sono facili da reperire; sono sicuramente rari fino agli anni ’40, usati negli anni ’50 ne ho visti in carriera circa una decina, in collezione ne ho alcuni (a lato uno dei miei pezzi), uno di questi è dello stesso mittente di quello che presenti. Mediante il servizio contrassegno la raccomandata (un’assicurata o un pacco) viene consegnata solo contro il pagamento della somma indicata dal mittente, che poi gli viene fatta pervenire a mezzo vaglia. Il sistema viene utilizzato anche per riscuotere abbonamenti e crediti (ad esempio da parte di commercianti filatelici), in questo secondo caso a volte l’intero è spedito in tariffa stampe (raccomandate) con assegno, esempio in allegato: il mittente apponeva, al retro, solo un timbro con il proprio indirizzo, non avendo necessità di fornire spiegazioni al destinatario. Alcuni interi furono respinti al mittente in quanto il destinatario si rifiutò di pagare la somma richiesta. Nell’insieme sono da considerare molto interessanti e testimoniano un’insolita pagina della storia postale. Risposta di Flavio Pini
L’ESPERTO DI INTEROFILIA RISPONDE
Premesso che io gli usi negli interi postali li curo senza estremizzare, posso rispondere che almeno un pezzo di questo uso lo si deve sempre avere in collezione. Posso comunque affermare che quello che viene qui mostrato è sicuramente un impiego di grande rarità che si può riscontrare solo episodicamente e in casi di situazioni non previste nè prevedibili. In allegato uno dei rari pezzi presenti nella mia collezione, penso che la cartolina fosse attaccata con un paio di punti all’oggetto vero e proprio, soggetto dell’assegno e non mi è ben chiaro il meccanismo perchè. D’altronde, la storia postale è fatta anche di situazioni episodiche non facilmente spiegabili, complimenti per il ritrovamento!
Risposta di Carlo Sopracordevole – Presidente UFI e Perito Filatelico
You must be logged in to post a comment.