busta-dorata-sigla-hb-300QUESITO N°004
Vi segnalo che ho un foglio del valore da 60 c. della nuova serie ordinaria di Posta Italiana, con il numero di serie che inizia per I e completo è IB050151872. Se non erro si dice che i fogli che iniziano per G sono della prima tiratura, quelli per H i prioritari dorati..siamo alla terza??? Potreste darmi una mano a districarmi in questo quesito? Aniello Veneri (Battipaglia – SA)

RISPOSTA
La numerazione progressiva di tipo alfanumerico in uso attualmente per la posta ordinaria ha avuto inizio nel 2004 con i francobolli prioritari stampati in rotocalcografia. Le sigle sono composte da 2 lettere cui seguono 9 numeri. La sigla è ripetuta accanto, ma tradotta secondo il sistema del codice a barre. Le lettere restano costanti per ciascun anno di produzione, la parte numerica invece numera i fogli in progressione durante la stampa. Le lettere quindi consentono di riconoscere l’anno di stampa secondo il seguente schema:
2004 – BA
2005 – CA
2006 – DA
2007 – EA
2008 – FA

non dovrebbero esistere prioritari con sigla GA in quanto questa ordinaria era in esaurimento in attesa di emettere la nuova denominata Posta Italiana.
Nel 2009, nel mese di luglio è finalmente stata emessa la nuova oridnaria e le sigle sono:
2009 – GB
2010 – HB
2011 – IB quest’ultima è apparsa sul mercato nei primi mesi di quest’anno.

Non tutti i valori hanno seguito questa logica, infatti la successione completa è riscontrabile solo nel valore di uso più comune (0,60), negli altri ci sono diverse manacanze. Ad esempio i valori superiori di Posta Italiana sono fermi alla sigla GB. Vuol dire che dal 2009 questi francobolli non sono ancora stati ristampati. Come si può notare la prima lettera segue la successione logica, XA per i prioritari, mentre per Posta Italiana la successione è diventata XB. La prima lettera è in successione tra le due ordinarie, mentre la seconda le caratterizza. Fanno eccezione i piccoli valori di Posta Italiana emessi il 1° luglio 2010. Questi hanno sigla HA. Questa sigla sembra un ibrido tra le due ordinarie e non trova successione logica con quelle sopra esposte. Che queste sigle differenzino gli anni di produzione non vuol dire, secondo me, che distinguono differenti tirature. Certamente al momento non c’è unanimità di vedute; però se pensiamo che le sigle sono un sistema di conteggio per differenziare annualmente la produzione del Poligrafico, questa caratteristica non consente di differenziare le ristampe comprese all’interno di uno stesso anno che sono sempre più di una. Da informazioni avute dall’IPZS ogni mese ristampano il valore di maggior uso e questo vuol dire che in un anno si hanno molte ristampe. Queste non sono distinguibili perché hanno la stessa sigla mentre lo sono quando cambia l’anno. Eppure le condizioni di stampa sono quasi sempre le stesse ed infatti i francobolli sono distinguibili solo dalla sigla sui bordi. Consiglio, in assenza di una codificazione accettata, di parlare di ristampe e non di tirature. Solo nel caso di un acclarato cambio di una componente del francobollo possiamo parlare di tiratura. E’ questo il caso del francobollo da 0,60 di Posta Italiana con la busta dorata. In questo caso fu usato un colore “fatto in casa” al Poligrafico in sostituzione di quello fornito da una ditta esterna per ritardi di consegna. In questo caso la differenza è dovuta non ad un eccesso di colore, ma ad una composizione cromatica differente. Quindi questo francobollo è la seconda tiratura del valore da 0,60. Inoltre nella prima metà dello scorso anno fu trovato in vendita una nuova versione (sempre dello 0,60) che aveva le lettere macro e micro più sottili e il francobollo appare più chiaro e più pulito. Anche questa versione può essere definita come tiratura (la terza, quindi) in quanto, sempre da informazioni avute presso l’IPZS, questa variante è stata prodotta dopo aver “restaurato” il cilindro di stampa (v. Il Francobollo Incatenato n. 207 – maggio 2011). Modifiche apportate al cilindro implicano, a mio parere, che si possa parlare di “nuovo” cilindro: Anche in questo caso si tratta di variazioni sostanziali nella produzione di questo francobollo. Come si può notare ho parlato di tirature là dove sussistono chiare differenze nella produzione dei francobolli, dissento nel chiamare tirature le ristampe che si differenziano solo per il codice alfanumerico. Dal punto di vista della conoscenza storica delle emissioni è giusto seguire anche le sigle, ma vanno usate in modo opportuno.
Risponde Nicola Luciano Cipriani – Perito Filatelico

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