Inserito 24-07-2011
Argomento: (Domande & Risposte) by info@cifo.eu

51654_001QUESITO N°015
Vi allego una C.P. Raccomandata recante un annullo guller di Pieve del Cairo del 12.07.1951 e lineare simile passante; affrancata come semplice cartolina ma recante l’etichetta di raccomandazione e scritto a lapis rosso il numero della raccomandata e, forse, un’indicazione di tassazione T. Mi domando e Vi chiedo: è possibile che la tassa di raccomandazione non sia stata evasa con l’applicazione di francobolli, come da regolamento postale noto, ma pagata diversamente? Vi ringrazio per la disponibilità a fornire una risposta a questo quesito. Gianni Vitale – Cutrofiano – LE

RISPOSTA
Si tratta di un inusuale caso di “Raccomandazione d’ufficio”. L’Amministrazione postale, in forza del Regolamento del 1861, aveva facoltà i “raccomandare d’ufficio” oggetti postali inoltrati come ordinari, qualora riconoscesse “un’importanza” sociale pubblica di tale oggetto o un palese rilievo di carattere giuridico o giudiziario. Normalmente si ritrovano “raccomandate d’ufficio” missive anonime indirizzate alle Procure del Re e poi della Repubblica, lasciate nelle buche delle lettere. Nel caso in esame l’ufficio postale di Pieve del Cairo ritenne che la richiesta di chiarimenti rivolta all’Intendenza di finanza di Pavia, sulla pensione di guerra, contenuta nella cartolina postale, inoltrata in modo ordinario, fosse meritevole di raccomandazione d’ufficio. Infatti il numero vergato in rosso per la tassazione da riscuotere, insieme alla “T”, è lo stesso che troviamo sul talloncino di raccomandazione. A volte gli Uffici postali che raccomandavano d’ufficio un oggetto postale, non lo segnalavano neanche come “da tassare”. Fatto curioso, nella pratica si riscontra che l’Ente destinatario (sempre pubblico) talvolta rifiutava di pagare la raccomandazione d’ufficio al momento della consegna ed in questo caso, dai verbali che ho visionato, risulta che l’importo rimaneva “a carico delle Poste” o se vogliamo di nessun soggetto (un po’ come funziona il campione giudiziario preordinato ad un fine pubblico di alto valore sociale). Per questo motivo, nelle tassazioni di raccomandate d’ufficio, molto raramente si ritrovano segnatasse. Vi è da dire comunque che l’applicazione delle regole che governavano la tassazione d’ufficio non sempre fu univoca, come spesso accadeva in campo postale e tariffario. Questa procedura, che oggi può sembrare astrusa, si comprende bene solo se si tiene conto che quella postale, era onsiderata una funzione “Pubblica” al pari di quella giudiziaria o sanitaria. Infine complimenti per il ritrovamento poiché è raro vedere raccomandazioni d’ufficio di questi oggetti postali.
Risponde Giuseppe Di Bella – Giurato nazionale di Storia Postale della FSFI

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