Pubblicato il 20-12-2013
Argomento: (Domande & Risposte) di info@cifo.eu

Tassata
QUESITO N° 49
Ho rinvenuto questa lettera, proveniente dall’Australia per Badia e rispedita a Venezia come espresso, il documentoe reca al vero una tassazione per 600 lire per la quale vorrei un vostro chiarimento sulla tassazione applicata. Vi ringrazio per l’aiuto che mi vorrete dare.
Marco Santantonelli – Napoli



RISPOSTA
La lettera venne inoltrata dall’Australia il 16.07.1993 per Badia (Alto Adige) dove arrivò il 29.7.1993 come da bollo al retro di Corvara Badia. Il giorno successivo ovvero venerdì 30.07.2013 essendo il destinatario partito, venne rispedita dalla famiglia che lo ospitava (essendo stata inoltrata a Mr. Teltscher c/o la Famiglia Musser) a Venezia come Espresso Fermoposta. Sul fronte è presente un’affrancatura in perfetta tariffa per 3.750 lire, annullo sempre di Corvara Badia; con un valore da lire 3.000 degli Alti Valori ed uno da lire 750 della serie dei castelli d’Italia. La lettera venne consegnata Lunedì 2 Agosto 1993, come risulta dall’annullo di Venezia del 02.08.2013 sul blocco di 6 valore dei segnatasse da 100 lire. Riteniano che l’impiegato postale abbia applicato la tariffa per giacenza dei pacchi (600 lire per ogni giorno) anzichè applicare la tariffa corretta fermoposta di 300 lire. Nell’insieme è un interessante ed inusuale documento postale di storia postale contemporanea.
Risponde Claudio Ernesto Manzati – Giurato Nazionale jr. di Storia Postale e Filatelia Tradizionale Moderna e Contemporanea

Pubblicato il 09-11-2013
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WarantyQUESITO N° 48
Recentemente alcuni venditori, su ebay, offrono francobolli, in particolare varietà, corredati da un “Certificato di garanzia” con apposizione di loro firme sul retro dei bolli stessi. Volevo sapere il vs. parere su questo nuovo modo di certificare i francobolli e se questo comportamento non può indurre in confusione con i certificati dei periti filatelici abilitati. Nel ringraziarVi per una sua cortese risposta, Vi invio cordiali saluti. Valmore Michelutti – Aosta



RISPOSTA
I certificati di garanzia esistono ed alcuni commercianti li hanno usati ed in parte li usano ancora. Si tratta di certificati che garantiscono, con la responsabilità del venditore, la merce in vendita. Questi certificati non sono però certificati peritali che, invece, sono emessi da un perito qualificato che dichiara l’autenticità o meno di un pezzo filatelico. Naturalmente se si vuole avere la sicurezza di ciò che si acquista non è sufficiente un certificato di garanzia, a meno che non ha conoscenza e fiducia di chi vende. In quanto alla possibile confusione, certamente ci potrebbe essere se non si conosce la differenza tra i due certificati.
Risponde Nicola Luciano Cipriani – Perito Filatelico

Nell’immagine in alto un certificato di “garanzia” di un Cronografo Rolex, tratto da eBay, fornito dal venditore che ne certifica l’originalità.

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Pubblicato il 25-08-2013
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bellucci1937-r-3QUESITO N°47
Sono alle prese da tempo con alcune affrancature inspiegabili: tariffe aeree interne all’AOI, nei rapporti con l’Italia e specialmente dall’AOI per l’estero; come quella in immagine, che non tornano con nessuno dei tariffari sino ad oggi pubblicati. Nel caso specifico, si tratta di una lettera Espresso, inviata da Asmara a New York dell’aprile 1937, affrancata di francobollo soprastampato da 2.50 L. Data anche la presenza del talloncino “EXPRES” Mod.24 del 1933, fu considerato tale sia dalle poste italiane sia da quelle USA, come dimostrano i ben 5 bolli postali che occupano tutto il verso. Peccato che il resto dell’affrancatura (1.50 L) non torni con la tariffa in vigore all’epoca, dato che una lettera per l’estero richiedeva 1.25 L per il porto ordinario e altre 1.25 L per il supplemento aereo minimo. Manca quindi almeno una lira di affrancatura e nessuno se ne e’ inspiegabilmente accorto. Vi sono molti altri esempi di affrancature ordinarie e aeree dell’AOI che non tornano coi tariffari pubblicati da G. Micheli, “Posta aerea 1926-2000” edito da Vaccari nel 2000 ne’ con le tabelle del noto lavoro di Filanci-Angellieri, “I servizi postali in Italia”, che sono anche presenti nei 3 articoli di E. Gabbini sui numeri 94, 97 e 103 della rivista “Posta militare” dell’AICPM. Il documento in questione e’ noto, essendo fotografato a p. 202 del II tomo di B. Crevato-Selvaggi “Il regno d’Italia nella posta e nella filatelia”, edito nel 2006 per la mostra di Montecitorio. Colgo l’occasione per chiedevi se, relativamente all’AOI, conoscete altre pubblicazioni, leggi, regolamenti, tabelle di tariffe, oltre quelle dei riferimenti sopra citati, essendo possibile, anzi probabile, che ne esistano altri, di emanazione dei vari Governi dell’AOI. Grazie fin d’ora per l’aiuto che mi vorrete dare Beniamino Cadioli da Modena (MO)

RISPOSTA
Carissimo Beniamino, questa volta purtroppo, possiamo solo circolare ai nostri associati la tua richiesta nella speranza che qualcuno di loro ti possa aiutare a trovare i tariffari originali dell’epoca, se poi le affrancature dovessero permanere errate, non possiamo che presupporre che in quel periodo nell’A.O.I. non vi fosse molta dimestichezza con i regolamenti postali.
Risponde Claudio Ernesto Manzati – Giurato Nazionale jr. di Storia Postale e Filatelia Tradizionale Moderna e Contemporanea

fronteretro QUESITO N° 46
Vi contatto per un quesito, che al momento non trova risposta, circa il supporto che allego (fronte-retro). Si tratta di una lettera spedita da Ancona il 9.7.1949 ed indirizzata al Ministero degli Esteri ove giunge il giorno dopo ossia il 10 luglio. La tariffa di 40 lire assolve il doppio porto (20 + 20 lire) per l’interno, lettera del peso compreso fra 16 e 30 gr., che peraltro corrisponde perfettamente; avendo avuto la possibilità di pesarla col suo contenuto! Lo scritto interno permette di evidenziare che la mittente è la moglie del funzionario d’Ambasciata a Belgrado, destinatario della missiva. Dopo una breve ricerca in internet il dott. Massimo Casilli D’Aragona effettivamente è stato un diplomatico che negli anni si è avvicendato in numerose sedi sparse nel modo. Sulla busta compare il grande bollo violetto in cerchio “P”. Mi permetto di chiedervi:
1 . A cosa si riferisce quella “P”?
2. Può considerarsi una lettera viaggiata tramite “Valigia Diplomatica”?
3. Questo era possibile anche per gli scritti strettamente privati?
4. La tariffa era quindi un doppio porto interno o un semplice porto per l’estero?
Anticipatamente Vi ringrazio della cortese risposta e Vi auguro buone vacanze.
Gianni Vitale da Cutrofiano (Lecce)

RISPOSTA
Gent.mo Dr. Vitale, contraccambiamo gli auguri e cerchiamo di dare risposta almeno parziale, ai vs. quesiti, avendo dovuto contattare più di un esperto e perito per riuscire a dare un senso compiuto alle nostre risposte, ma andiamo con ordine:

1. L’archivio “Casilli d’Aragona” è noto e molti documenti da esso provenienti sono passati per le mani di collezionisti e periti, molti dei documenti postali giunti sul mercato recano l’annullo tondo recante una P, è senso comune che questo non sia stato applicato dalle Poste ma che sia un annullo amministrativo.

2. La lettera è viaggiata dall’inoltro da Ancona al Ministero degli Esteri a Roma per canale postale normale; non ci è dato sapere con certezza se poi la lettera, sia stata inoltrata per la destinazione finale per valigia diplomatica, o per canale postale, ma in generale la posta dal Ministero degli Esteri per le Ambasciate viaggia esclusivamente per valigia diplomatica. La mancanza di un annullo in arrivo è un ulteriore elemento di conferma.

3. Come indicato al punto precedente tutta la posta che viaggia tra il Ministero degli Esteri ed una Ambasciata viaggia per valigia diplomatica, anche se si tratta di corrispondenza privata tra i famigliari ed i componenti della legazione italiana all’estero, se naturalmente questa viene indirizzata alla legazione tramite il Ministero degli Esteri.

4. La tariffa è corretta per doppio porto per l’interno, l’inoltro di corrispondenza per valigia Diplomatica o verso Missioni Militari all’estero gode della extraterritorialità e sconta le tariffe per l’interno. Risponde Claudio Ernesto Manzati – Giurato Nazionale jr. di Storia Postale e Filatelia Tradizionale Moderna e Contemporanea

img203-2 QUESITO N° 45
Vi invio un documento postale che ho acquistato di recente su un banchetto al mercatino, si tratta di una Raccomandata inoltrata dalla provincia d’Avellino il 21.01.2013 affrancata con nove valori da 750 lire del francobollo commemorativo per l’8° centenario della nascita di Federico II emesso il 19.09.1994 ed un valore da 300 lire del francobollo commemorativo per il XX congresso eucaristico emesso il 14.05.1983 per un’affrancatura totale da 7050 lire ovvero 3,64 € affrancatura in eccesso di 4 centesimi come raccomandata 1° porto. Sul fronte appare una scritta, al mittente perchè i francobolli sono fuori corso. Si tratta di un documento che dimostra quanta ignoranza c’è tra gli addetti alla corrispondenza.
Samuel Limongelli da Roma

RISPOSTA
Ebbene, caro Samuel, nonostante siano passati oltre cinquant’anni da quando i francobolli sono stati ufficialmente dichiarati sempre in corso, ancora oggi gli impiegati postali sembrano non conoscere tala norma. In questo caso è stato l’addetto allo smistamento delle raccomandate di Gemona del Friuli – UD che non si è neanche domandato che trattandosi di una raccomandata era stata accettata all’ufficio postale d’inoltro; di queste segnalazione ne abbiamo ricevute altre da Torino città. Male per chi si è visto ritornare di ritorno la Raccomandata, bene per aver scovato un interessante documento postale che narra la storia dei giorni nostri, fatta anche d’incompetenza. Risponde Claudio Ernesto Manzati – Giurato Nazionale jr. di Storia Postale e Filatelia Tradizionale Moderna e Contemporanea

Pubblicato il 19-01-2013
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2grande QUESITO N° 44
Chiedo un vs. parere sulla lettera da Ponte Vico a Chiari di cui vi invio la scansione anche del particolare del francobollo. La lettera risulta affrancata con 1 valore da 20 centesimi (N. 2 del catalogo Sassone). Non cerco conferme sull’annullo, 8 punti, ma bensì sul francobollo bordo di foglio sinistro. Nella parte alta, tra la E di POSTE ed il 2 di 20 si nota una leggera linea bianca. Questa “varietà” potrebbe fare riferimento al francobollo N. 2 lc del predetto catalogo? Linea di riquadro a sinistra (bordo di foglio a sinistra) Ringraziando, per la solita disponibilità e competenza, auguro una buona serata.
Bruno Sommella da Roma

RISPOSTA
0121La lettera inviata in scansione è affrancata con un comunissimo 20 cent. su cui non c’è traccia della linea di riquadro, per maggior chiarezza allego la scansione di due francobolli sardi con riga di colore laterale, in questo caso a destra ma esistono anche a sinistra. E’ sufficiente immaginarli dentellati, ma va da se che nei dentellati per avere la possibilità di mostrare il filetto la dentellatura verticale deve essere shiftata di molto, oppure anche senza essere shiftata, mostrare intatto il bordo di foglio laterale. Come è possibile vedere si tratta di varietà molto appariscenti, per nulla facili a trovarsi e che non hanno nulla a che vedere con il francobollo in questione.
Risponde Angelo Teruzzi – Presidente del Club della Filatelia d’Oro Italiana ed Esperto di Filatelia Tradizionale Classica

Pubblicato il 19-01-2013
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fascetta200iisolatofronteQUESITO N° 43 Vi invio in allegato la scansione fronte, retro di una fascetta per giornali, inoltrata da FIRENZE il 10 Marzo 1953 per via aerea nelle Filippine: Presumo che la tariffa applicata sia quella stampe più l’addizionale aerea, che purtroppo non riesco a desumere. Vi chiedo di darmi cortesemente, se possibile, qualche delucidazione. Un caro saluto.
Luigi Pigozzi – Pergine Valsugana – TN

RISPOSTA
Putroppo questa volta non siamo in grado neache noi di desumere con ragionevole certezza la tariffa in quanto la sovratassa aerea per le Filippine tra il 01.09.1951 ed il 30.09.1957 era di lire 145 (per ogni porto da 5 grammi) mentre le stampe pagavano 12 lire per i primi 50 grammi e 6 lire per ogni porto successivo da 50 grammi. Con molta probabilità si trattò di un’errore dell’impiegato Postale in quanto è difficile pensare ad un giornale di soli 5 grammi, o forse più semplicemente il documento (compreso tra gli 80 ed i 100 grammi) venne inoltrato per via di superficie come tariffa lettera da 5 porti; nel qual caso la tariffa così composta: 60 lire per il primo porto da 20 grammi e 4 porti successivi da 35 lire ciascuno; torna perfettamente. Lasciamo all’amico Pigozzi l’interpretazione che preferisce, rimane comunque un interessante documento di storia postale.
Risponde Claudio Ernesto Manzati – Giurato Nazionale jr. di Storia Postale Moderna e Contemporanea

fig-2-21catturaQUESITO N° 42
Chiedo parere su una lettera affrancata con 2 valori da 3 baj di Stato Pontificio, 4Aa bruno, da Roma a Narni annullata in data 12 febbraio 1864. La lettera al momento dell’arrivo a Narni fu tassata per 20 centesimi. Il secondo francobollo da 3 baj mi sembra presenti la varietà punto B) trattata, per il 3 baj, a pagina 240 del Sassone francobolli, edizione 2006. Riporta infatti una falla, anche se parziale, della lettera B e una interruzione molto evidente di quello che è il nastro sotto la chiave di sinistra del secondo francobollo. Allego le immagini della lettera e dei francobolli (fig. 1 e fig. 2) che invito di confrontare con l’immagine a pagina 240 del catalogo Sassone. Bruno Sommella di Roma

RISPOSTA
Avevo già risposto al sig Sommella lo scorso mese d’ottobre su un quesito analogo relativo al 2 baiocchi. L’emissione in baiocchi è durata quasi 16 anni, durante i quali sono state effettuate numerose ristampe. L’usura delle matrici, l’uso di partite di carta diverse, hanno portato a realizzare per ciascun valore francobolli diversi tra di loro per nuances di colori diversi e per i numerosi difetti dei cliches a volte costanti. Nel caso specifico del 3 baj si sono avvicendate 29 diverse ristampe per un totale di 3.180.000 francobolli anche molto diversi tra di loro. Si pensi solo alle ristampe del ’54 su carta “oleosa”. Quindi ritornando al quesito del nostro amico, i tre baj della lettera del 1864, appartengono alle ultime tirature con le matrici molto usurate (l’ultima fornitura fu fatta dalla Tipografia Camerale nell’ottobre del’63). L’usura delle matrici, oltre a difetti riscontrabili costantemente, portava alla realizzazione di difetti più o meno evidenti. Come avevo avuto modo di chiudere la risposta precedente sul 2 baj, questa interessantissima emissione dello Stato Pontificio si presta a studi su carte, colori e difetti degli stereotipi, anche perchè i cataloghi attualmente ne riportano solo alcune.” Risponde Rocco Cassandri – Esperto di Stato Pontificio

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Pubblicato il 06-01-2013
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espressofronte
QUESITO N°41
Nell’auguravi Buon Anno, vi invio l’immagine di un’espresso di cui non sono riuscito a dirimere l’affrancatura. Vi sarei molto grato di ricevere dal vostro esperto di Storia Postale di Repubblica un chiarimento. Grazie per la collaborazione. Costantino Gironi – di Gorgonzola – MI


RISPOSTA
L’immagine ricevuta mostra un documento postale affrancato con un valore espresso da 60 lire della serie democratica (Sassone: E31) e due francobolli rispettivamente da 15 e 20 lire della stessa serie ordinaria, inoltrato in data 31.10.1950. La lettera reca la targhetta di Raccomandazione e dattiloscritta l’indicazione di ESPRESSO; il numero 56 tracciato a penna sul fronte potrebbe presupporre il numero d’inoltro dell’espresso. Potrebbe trattarsi du una Raccomandata aperta per cui la tariffa della Raccomandazione nel VI Periodo Tariffario di Repubblica, era di 30 lire anzichè 40 lire, a cui aggiungere il servizio Espresso per lire 40 e la tariffa manoscritti 1° porto di 25 lire; per una totale di 95 lire, esattamente come risulta affrancata.
Risponde Claudio Ernesto Manzati – Giurato Nazionale Jr. di Storia Postale Moderna e Contemporanea