Pubblicato il 17-12-2012
Argomento: (Domande & Risposte) di info@cifo.eu

precursoreespressourgenteQUESITO N°40
Ho visto l’articolo sull’ultimo numero de “Il Francobollo Incatenato” riferito all’uso dell’ “Espresso Urgente” , Vi invio questa mia scansione relativa , a mio parere, ad un primo tentativo d’uso dell’ Espresso Urgente. Ho pensato che gli Avvocati intendessero spedire la lettera per Espresso in maniera “Urgente”. Gradirei avere un vostro parere, vista la vostra esperienza sugli Espressi. Complimentandomi della qualità degli articoli presenti sul vs. notiziario, anticipo gli Auguri di Felici Festivita’.
Franco Scalchi – di Montebello Vicentino – VC

RISPOSTA
Si tratta di una semplice Raccomandata/Espresso affrancata correttamente per 70 c. la tariffa era per la Raccomandazione 25 c. e 25 c. anche per il servizio Espresso, mentre la lettera fino a 50 gr scontava una tariffa da 20 c. La presenza di un’indicazione di Espresso Urgente sul fronte, non ha nulla a che vedere col servizio che sarà istituito solo nel 1913, mentre la lettera fu inoltrata nel 1898. La sovrascritta rappresentava una semplice esortazione ad un’inoltro urgente, nulla di più, queste scritte si ritrovano frequentemente anche su lettere prefilateliche del 17° e 18° secolo. Nel suo insieme, rappresenta un bel documento postale, in quanto sono poco comuni gli espressi nel primo periodo dall’istituzione del servizio (1890-1900) e molto rari quelli per l’estero.
Risponde Claudio Ernesto Manzati – Giurato Nazionale Jr. di Storia Postale Moderna e Contemporanea

Pubblicato il 06-11-2012
Argomento: (Domande & Risposte) di info@cifo.eu

111b1 QUESITO N° 39
Chiedo parere circa la tariffa, e l’interesse, della lettera tricolore affrancata con Floreale da 5 cent., 10 cent. e 2 valori da 45 cent. Il documento, di cui allego l’immagine ed un dettaglio dell’affrancatura, risulta spedito da Catania per Zafferana Etnea, all’interno dello stesso distretto, in porto raccomandato assicurato per Lire 1,05. Ringrazio anticipatamente per il parere resto in attesa di un Vostro cortese riscontro. Cordiali Saluti Bruno Sommella di Roma

RISPOSTA
La tariffa applicata dall’Ufficiale postale di Catania è quella per le lettere fuori distretto ed è stata così calcolata:
Cent. 40 – 2 porti ordinari ovvero cent. 20 ogni 15 gr. (peso grammi 24,5 vergato al retro);
Cent 25 – diritto di raccomandazione;
Cent. 40 – 4 porti assicurati (10 cent. ogni 300 Lire) sul totale di Lire 1022;
Totale dell’affrancatura = Lire 1.05.
Quindi il Comune di Zafferana Etnea venne considerato fuori dal Distretto postale di Catania e venne di conseguenza applicata la tariffa per le lettere fuori Distretto. L’affrancatura e l’oggetto postale nel suo insieme, che appaiono ben conservati, risultano interessanti sia per la tariffa che per la composizione tricolore, pur dovendosi considerare che i francobolli ordinari in corso in quel momento erano appunto solo quelli della bellissima serie Floreale, essendo andati fuori corso il 30 settembre 1902 gli ultimi tipi umbertini ancora in circolazione. Si tratta infatti di uno dei pochi momenti storici in cui in Italia vi è stata solo una serie ordinaria in corso di validità (1902 – 1905). Questa situazione si ripresenterà solo una seconda volta, per un periodo molto più lungo, con l’emissione della serie Imperiale e la messa fuori corso dei valori ordinari precedenti.
Risponde Giuseppe Di Bella – Giurato Nazionale di Storia Postale

5-ginnici-fronte5-ginnici-retroQUESITO N° 38 Chiedo un vostro parere sulla cartolina postale con risposta pagata, di cui vi invio la scansione fronte retro. Premetto che ho fatto visionare il pezzo ad un noto perito ed a un altrettanto noto filatelista. Ambedue mi hanno confermato la bontà del pezzo ma non si riesce a risalire alla tariffa applicata. Chiedo cortesemente di darmi una mano per capire il tipo di tariffa applicata o quantomeno per darmi qualche credibile ipotesi che possa avvalorare l’invio dell’oggetto in questione con quel tipo di affrancatura. Evidenzio che vi sono tre annulli del Messaggere (partenza) di cui uno annulla l’impronta della cartolina Postale, uno sul 5 lire ginnici e l’altro è libero, mentre vi sono due annulli in arrivo ( Aversa) uno che annulla il 5 lire ginnici e l’altro è libero. L’annullo in partenza è “NAPOLI-BENEVENTO MESS. T.1” 13.06.1951 e quello in arrivo “AVERSA (CASERTA) ” 13.06.1951. Grazie per l’attenzione che vorrete porre a questa mia richiesta. Luigi Pigozzi di Pergine Valsugana – TN

RISPOSTA
Premesso che effettivamente l’affrancatura non incontra apparentemente nessuna possibile tariffa per una cartolina postale (con risposta pagata), viste le date di partenza ed d’arrivo che sono coincidenti improbabile per un’inoltro ordinario, l’unica ipotesi che potrei azzardare è che l’aggiunta di un valore da 5 lire, può far pensare ad una consegna a mano ad un’ufficio postale dove è stato richiesto al momento un inoltro per Posta Pneumatica in quanto 5 lire rappresentava il costo del servizio aggiuntivo. Se così fosse, il pezzo considerata la sua pregevole affrancatura con il 5 lire della serie dei ginnici, potrebbe essere una vera rarità del periodo repubblicano. Una risposta definitiva, a questa ipotesi è difficile poterla darla con ragionevole certezza. Solo una verifica documentale sulle caratteristiche dell’uffico postale di partenza, potrebbe avvalorare la mia ipotesi, non potendo attraverso i timbri applicati evidenziare l’inoltro per Posta Pneumatica. Complimenti in ogni caso per il ritrovamento, anche senza un certificato peritale il documento è comunque prezioso per il suo possessore. Risponde Claudio Ernesto Manzati – Esperto di Storia Postale di Repubblica

Pubblicato il 18-10-2012
Argomento: (Domande & Risposte) di info@cifo.eu

lettera-da-orte-a-viterboQUESITO N° 37
Chiedo parere su lettera affrancata con 1 valore da 10 cent. dentellato di Stato Pontificio da Orte a Viterbo annullata 2C in data 18 dicembre 1869, punti 7, e giunto a Viterbo in data 19 dello stesso mese. A pagina 363 del Sassone annullamenti, edizione 2006, nella colonna primo anno filatelico è riportato, in coincidenza con la riga 2C, 1870. Questo significa che la mia lettera anticipa la prima data conosciuta. Nel caso che anche un Vostro esperto confermasse che trattasi di una data precedente alla prima conosciuta come è possibile comunicare l’eventuale aggiornamento alla Sassone? Allego fronte e retro della lettera. Ringraziando anticipatamente per il parere resto in attesa di un Vostro riscontro.
Bruno Somella di Roma

RISPOSTA
In effetti la lettera del nostro lettore anticipa al dicembre 1869 la prima data conosciuta del doppio cerchio di Orte. Mario Gallenga nel volume dedicato ai bolli del Lazio indica come periodo d’uso sulla terza emissione: febbraio-settembre 1870 sia come annullatore del francobollo che in accoppiamento al muto “losanga a piccoli rombi”. Il catalogo Sassone, anche nella ultima edizione, indica genericamente il 1870. Quindi complimenti per il ritrovamento. Per inviare la segnalazione occorre inviare alla casa editrice Sassone copia del documento e i relativi estremi.
Risposta di Rocco Cassandri – Esperto di Stato Pontificio

Pubblicato il 30-09-2012
Argomento: (Domande & Risposte) di info@cifo.eu

cattura
QUESITO N° 36
Vi invio in allegato, l’immagine di una Raccomandata inoltrata da Pesaro il 07.07.1947 e giunta ad ad Urbino il 09.07.1947, che reca tassa a carico del destinatario, all’arrivo fu tassata per lire 14 che mi sembra non corrisponde a nessuna tariffa in corso all’epoca. Vi ringrazio per il chiarimento che potrete dare.
Costantino Gironi da Gorgonzola (MI)


RISPOSTA
La cosa più probabile, non avendo il documento in originale in mano che possa trattarsi della tassa a carico per una tariffa relativa a manoscritti con servizio aggiuntivo di raccomandandazione aperta per 14 lire (7 lire + 7 lire). Meno probabile che possa trattarsi di una semplice lettera raccomandata aperta, che scontava la tariffa di 13 lire (6 lire + 7 lire) e che quindi risulterebbe in eccesso di 1.
Risposta di Aniello Veneri – Esperto di Repubblica e Giurato Nazionale

Pubblicato il 31-07-2012
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fl2bajlettera-coppia-2-bajQUESITO N° 35
Ho da tempo questa coperta di lettera affrancata con coppia da 2 baj, probabile angolo basso di foglio tinta bianco verdastro catalogato come 3Aa del Sassone, con origine e destinazione da Norma per Velletri. Mi sono sempre chiesto, senza però avere dei ritorni, se la mancanza dell’angolo basso a sinistra fosse una varietà o meno. Nulla però ho mai riscontrato sui cataloghi specializzati. Sfogliando però “Storia, Ciliegie e Filatelia” u. s., a pagina 14, ho letto la pubblicità di una casa d’aste che mostra un blocco di 34 valori del 2 Bay, tiratura del 1867, recante doppia impronta Bath nell’angolo alto di sinistra. Ho posto, per quanto ho potuto, i due pezzi a confronto e mi sembra che la mancanza risulti la stessa, anche se nel mio caso l’angolo è quello basso a sinistra del foglio. Vi allego la lettera in mio possesso con relativa immagine della coppia ed annullo di partenza. Resto in attesa di un Vostro cortese riscontro. Una buona estate. Bruno Sommella da Roma

RISPOSTA
L’emissione in bajocchi dello Stato Pontificio ha avuto, tra tutti i francobolli degli Antichi Stati, la maggiore durata, che è stata infatti di quasi 16 anni (15 e 9 mesi per l’esatezza). Nel periodo d’uso, compreso tra il 1 genaio 1852 e il 21 settembre 1867, la Tipografia Camerale effettuo’ numerose ristampe per far fronte alla crescente domanda dei singoli valori. Il 2 baj, taglio piu’ usato, ebbe 52 tirature per una emissione complessiva di oltre 8.900.000 esemplari. Ovviamente la stampa tipografica ,con la normale usura delle matrici, ha stampato nel tempo esemplari con difetti piu’ o meno costanti, in considerazione dell’anno di tiratura. Basti pensare, che nell’ultimo anno di utilizzo, e la lettera in questione è proprio del 1867, ne furono tirati 1.400.000 esemplari. Quindi, per studiare la costanza dei difetti degli stereotipi, quest’ultimi andrebbero inquadrati nelle tirature di ciascun anno. Il catalogo Sassone ne quota solo alcuni, mentre è facilissimo trovante molti altri come quello riportato dal nostro socio. In tutte e tre le emissioni dello Stato Pontificio, oltre allo studio dei colori e delle carte, anche i difetti degli stereotipi, rappresentano un campo da esplorare pieno di sorprese e nuove scoperte.
Risponde Rocco Cassandri – Esperto di Pontificio

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letterasinistraletteradestraQUESITO N° 34
Chiedo un parere sui francobolli da 10 cent. dentellati dello Stato Pontificio riportati sulle due lettere allegate, entrambe mi sembrano in corretta tariffa per il periodo di riferimento e riportano destinazione Francia. Nella lettera in alto il francobollo da 10 cent. mi è stato classificato come 26a del catalogo Sassone. Nella seconda lettera (in basso) il francobollo da 10 cent. differisce dalla tinta base 26 e non mi sembra somigliare al 26a.
Chiedo un Vostro parere su una eventuale classificazione. Posto a seguito i due francobolli facendo presente che quello in alto è il 26a ed in basso quello di cui chiedo conferma. I due francobolli sono riportati nell’immagine ingdrandita e scansionata a 600 DPI; nella mia verifica non ho tenuto conto di quanto riportato a matita nella seconda lettera come 26b. Ringraziando anticipatamente per il parere resto in attesa di un Vostro riscontro. Bruno Somella di Roma

RISPOSTA
E’ doveroso, in premessa al parere, riassumere la storia tipografica delle emissioni in centesimi dello Stato Pontificio. Per far questo ho attinto a quanto pubblicato dal “maestro” insuperato Mario Gallenga. Nel settembre del 1867, per effetto del cambio monetario da dettaglio
bajocchi a centesimi, venne emessa la nuova serie di francobolli. La differenza più grande , rispetto alla prima emissione, riguardava la carta. Infatti per questa seconda, ma anche per la terza dentellata, fu usata carta prodotta a macchina e colorata successivamente con pennello o rullo dopo una preliminare gessatura della superficie. Parliamo del valore del 10 cent. La produzione del non dentellato si realizzò con tre distinte consegne, da parte della Tipografia Camerale:
1. tra il 13 e 24 settembre per 512.000 esemplari
2. in novembre per 192.000 esemplari
3. tra il 3 gennaio e il 13 febbraio ’68 per 96.000 esemplari di cui,secondo il Gallenga circa il 10% dentellato successivamente come prova per la terza emissione.
E’ evidente che, considerando il numero di esemplari stampati, fu usata una solo partita di carta, per cui non sono catalogate nuance di colori diversi ma solo il vermiglio arancio, o arancio vermiglio se si considerano cataloghi diversi? L’emissione successiva avrà invece tirature e quantitativi notevolmente diversi, infatti a parte la tiratura preliminare, di cui sopra verranno realizzate, in tempi successivi, ben 8 tirature e oltre 5,5 milioni di esemplari:
1. tra 7/3-30/5 600.000
2. tra 2/6-7/9. 720.000
3. tra 9/9/68-3/3/69 960.000
4. tra/2/69-23/6/69 2.280.000
5. tra14/6/69-23/6/69 360.000
6. tra 7/12/69- 5/69. 960.000 su carta opaca
7. tra 2/4/70- 7/70. 960.000
8. tra 1/9/70. -25/9/70 657.000
Quindi per l’enorme tiratura, furono usate diverse forniture di carta, che ricordo, veniva acquistata in Germania. Questo ha generato quindi,riguardo ai colori ,francobolli con nuance diverse,anche se occorre dire che per il 10 cent, meno evidenti tra loro. Fatta questa lunghissima, ma non esaustiva premessa in quanto andrebbe anche spiegate le tipologie di dimensioni dei fogli, le dentellature ed altro, parliamo di colori. A mio avviso la situazione odierna della catalogazione dei colori dei francobolli pontifici, sia i baiocchi che in centesimi non e’affatto chiara ed a volte in contraddizione tale che e’, almeno per il 10 centesimi e’praticamente impossibile determinare “con certezza” il colore. Ripeto che l’affermazione sopra riportata e’ mia ma mi piace, ancora una volta citare e riportare testualmente quanto scriveva Mario Gallenga nella sua magistrale opera scritta assieme a Clemente Fedele : Strade, Corrieri e Poste dei Papisal Medioevo al 1877′ a pagina 545: “E veniamo ora alle tirature dei francobolli in centesimi,che nel 1867 furono le seguenti, con l’avvertenza che indicherò anche la data d’ordinazione oltre a quella di consegna. Questo perché le consegne venivano fatte per acconti, ma la data registrata e’quella dell’ultimo acconto che completava l’ordinativo. Questo potrà servire a chi vorrà fare uno studio serio sui francobolli in centesimi, che non sono dei due tipi catalogati,non dentellati e dentellati ,ma bensì anche di un terzo tipo intermedio, quello dei dentellati su fogli da 64 valori. Se ho parlato male delle attuali catalogazioni dei francobolli in baiocchi, devo dire ancora peggio per le catalogazioni dei francobolli in centesimi, piene di assurdità e di errori marchiani.
Risposta di Rocco Cassandri – Esperto di Pontificio

piroscafoindianaQUESITO N° 33
Ho recentemente acquistato ad un’asta dell’Associazione filatelica “Subalpina” di Torino una busta affrancata con un francobollo francese e recante alcuni bolli di censura del piroscafo requisito “Indiana” (immagine a lato). È possibile avere maggiori informazioni in merito alla nave ed al bollo di censura? Grazie.
Ruben Berta di Torino

RISPOSTA
Il piroscafo INDIANA venne varato il 10 ottobre 1905 nel cantiere navale di Riva Trigoso (frazione di Sestri Levante, GE) dalla Società Esercizio Bacini per conto del Lloyd Italiano, società fondata dal senatore Erasmo Piaggio. Fece il viaggio inaugurale Genova – Napoli – Buenos Aires il 29 ottobre 1905. Nel febbraio del 1906 iniziò la navigazione seguendo la rotta: Genova – Napoli – New York. Nel maggio del 1913 fece il suo ultimo tragitto per New York per poi essere spostata sulle rotte per l’America del Sud. Venne requisito dalla Regia Marina Militare Italiana durante la I Guerra Mondiale. Nel 1918 il piroscafo INDIANA venne ceduto alla indianaimmaginenaveNavigazione Generale Italiana (nata nel 1881 dall’accorpamento delle flotte Rubattino e Florio e potenziatasi con le flotte Raggio e Piaggio) che, dopo aver realizzato rilevanti lavori di ristrutturazione, lo ribattezzò con il nome di ROMANIA. Nel 1924 fu venduto alla Sitmar Line di Genova. Il piroscafo venne demolito nel 1928. Durante la Grande Guerra il piroscafo INDIANA (in un’immagine d’epoca qui a lato, fonte www.agenziabozzo.it) venne requisito dalle Autorità italiane, dietro pagamento di un indennizzo alla società armatrice, e considerato al pari delle navi da guerra appartenenti alla Regia Marina Militare Italiana, nei termini e con gli effetti previsti dal Codice per la marina mercantile e dalla VII Convenzione firmata all’Aja (18 ottobre 1907). Pertanto, il suo equipaggio assumendo la “veste militare” venne sottoposto a tutte le limitazioni imposte dalla guerra, compresa quella della censura postale militare. Per questa ragione sulla nave vi era un nucleo addetto alla censura che utilizzò per l’espletamento della propria attività il timbro rotondo: “PIROSCAFO REQUISITO INDIANA” e quello lineare su due linee: “VERIFICATO PER LA CENSURA del Pir. fo Requisito INDIANA”.
Risposta di Francesco Gagliardi – Esperto di Posta Militare

bandiere-con-stampa-spostata150-21QUESITO N° 32
Vorrei, se possibile avere informazioni circa la varietà di cui all’oggetto della quale le invio una scansione.L’ho acquistata qualche tempo fa, ma a parte il venditore che la messa in asta su ebay non l’ho più vista. E’ possibile considerarla una varietà? Nel ringraziarvi per una vostra, sollecita quanto sempre gradita risposta, invio i miei più cordiali saluti – Valmore Michelutti di Aosta

RISPOSTA
Di questa varietà nota, sono stati ritrovati ad inizio 2011 una decina di fogli a Bologna. Esistono alcuni fogli anche più spostatai e con i colori fuori registro, di quello da lei segnalato. Vengono scambiati a ca. 5,00 € ad esemplare. Quello con il codice a barre può arrivare sino a 100,00 € ma non di più. Quelli con i colori fortemente spostati possono arrivare anche a 50,00 € euro. Di questa varietà ne ha parlato il dr. Marcello Manelli (Presidente A.I.F.S.) che ha trattato l’argomento suu uno dei suoi numeri del notiziario “L’odontometro e riportando l’immagine sulla con i colori fuori registro è in copertina. strong> Risposta di Samuel Limongelli & Stefano Finotti- Esperti di varietà di Repubblica

cfo-001-2QUESITO N° 31
Allego fotocopia di un documento che ritengo sia stato trasportato a mezzo aereo. me lo può cortesemente esaminare e dirmi se la mia ipotesi trova conferma? Ed anche quale tariffa scontava, una cifra di lire 976, molto alta per il 1949?” Vi ringrazio anticptamane della risposta. Francesco Talamonti da Milano

RISPOSTA
Si, si tratta di un documento trasportato certamente per via aerea:” Servizi di posta aerea per il Messico” Il bollettino n° 18 del 1° luglio 1948, con decorrenza 15 maggio 1948, stabiliva la sopratassa aerea per la corrispondenza diretta in Messico il lire 60 ogni 5 grammi, oltre alla tariffa normale. Si tratta del bollettino della Rassegna Stampa che il Ministero degli Affari Esteri inviava periodicamente ai Paesi di oltre oceano. Il bollettino dal peso complessivo compreso fra i 75 e gli 80 grammi, spedito il 2 maggio 1949 è stato affrancato esattamente per lire 976, di cui lire 16 secondo porto stampe (lire 8 ogni 50 grammi o frazione) e lire 960 sopratassa aerea per 16 porti da grammi 5 a lire 60 ciascuno, quindi complessivamente lire 976″. Risposta di Costantino Gironi esperto di Aerofilatelia e Giurato Nazionale